30 ottobre 2008









Tutto iniziò in un pomeriggio nell'aprile del 2005.
Fui invitata a partecipare con le mie opere a “Voci di Donna” un evento organizzato dalla Provincia di Savona.
In compagnia di altri artisti stavamo allestendo lo spazio con quadri e cavalletti poggiati in modo disordinato nella sala, quando ad un tratto sentii la voce emozionata di una donna mi colpì: “ma come avete fatto ad avere un'opera di Giovanni Acquaviva”....Scoprii successivamente che chi aveva parlato era un’insegnante del liceo artistico, e continuò per parecchio tempo ad esternare con sempre maggiore convinzione la sua sorpresa, mentre nessuno di noi, presi nell’allestimento, le prestava attenzione.
Finalmente decisi di capire cosa avesse colpito questa signora, dato che non c’erano opere di Acquaviva, artista che peraltro io non conoscevo: scoppiai a ridere....ma no...no c'era uno sbaglio era solo un mio esperimento e niente più..... ( foto n. 8 Torretta di Savona su plexiglass Applique)
mi informai ed appresi con un misto di orgoglio e sorpresa che Acquaviva era un' artista storicizzato, che aveva aderito al movimento Futurista.

Ripercorrendo il mio itinerario di ricerca artistica mi sono resa conto di avere sperimentato molto con lo scopo di esprimere la velocità in un modo originale, in un linguaggio tutto mio ovvero citando il Marinetti....”La velocità avendo per essenza la sintesi intuitiva di tutte le forze in movimento è naturalmente pura”.

Ripercorro i passi successivi della mia esperienza artistica (estrapolando alcune immagini di opere, ulteriori opere si possono osservare all'interno del blog in occasione delle varie mostre).

L 'inizio del mio percorso: il primo soggetto: il mare con il movimento delle onde (2002) ed i lampi di luce sul fondale marino (foto 7 astratto)

Poi mi dedicai ai paesi con automobili, moto, biciclette, cartelli stradali; (foto 6 olio su legno)


quindi le barche liguri (gozzi) di vetroresina dai colori sgargianti ed improbabili accumulati e frammentati all'interno della stessa opera (2005). (ciclo dei trittici e dei Frammenti riflessi)
(foto 3, 4 e 5)
Successivamente le vele (2006) in porto in improbabili inclinazioni, in attesa e barche a vela lanciate in una lotta, in una competizione all'ultimo sangue, dove il senso di libertà, l'odore del mare, gli spruzzi salati, il sole accecante, l'infinito fanno da protagonisti (2007 ciclo VelataMente e 2008 ciclo Sails in Love) (foto 2)

Nell'estate 2006 una giovane donna mi regala un libro “Occhi dopo la polvere” di V. Punzi, e successivamente vengo invitata ad assistere ad uno spettacolo delle nostre Frecce Tricolori, dove incontro il savonese capitano dello stormo: intuisco così che l'infinito, la libertà, la velocità sono senza dubbio, anzi con ferrea certezza interiore, collegabili al cielo, agli aerei. Nasce così il ciclo DinamiKa con il quale vengo identificata come artista neo futurista.
(foto 1)

La struttura fisica dei velivoli metallici così eleganti, lisci, leggeri e solidi mi hanno ispirato la serie degli aerei (dal 2007 ad oggi). Cercai di esprimere le emozioni che mi avevano suscitato i loro corpi: forza, potenza, distruzione, libertà, gioco, lotta, pace
A gennaio 2008 mentre passeggiavo nel porto di Varazze fui colpita ed affascinata dalle eliche marine delle barche in rimessaggio: il metallo forgiato lampeggiava riflettendo la luce del sole, le sue curve così perfette. Col dito memorizzai quest’armonia sensuale, che iniziai poi a tracciare sui supporti pittorici: l'elica, la propulsione, la velocità, l’eleganza, la meccanica …..avevo trovato la che congiunzione ed il coordinamento delle ricerche fatte sulle vele e sugli aerei.

La mia ricerca non è finita, nuove forme stanno nascendo riprendendo stimoli delle precedenti esperienze ma comunque sempre seguendo entusiasticamente l’energia creatrice, innovatrice ed instancabilmente indipendente del NEOFUTURISMO.